La protezione catodica può essere ottenuta anche in un modo più semplice e di antica tradizione mediante l’impiego di anodi sacrificali. Questa applicazione implica la protezione delle parti in acciaio mediante il collegamento meccanico/elettrico con un metallo o una lega galvanicamente attivi.

Quando due metalli differenti sono collegati elettricamente l’uno con l’altro e sono immersi  in un elettrolita come l’acqua di mare, il metallo più attivo (anodo) fornisce una corrente continua e si dissolve (comportamento sacrificale) per proteggere efficacemente l’altro metallo costituente la struttura che si comporterà da catodo e quindi non si corroderà.

Gli anodi sacrificali sono prodotti mediante fusione di alluminio e drogaggio con indio ottenendo così una  lega ad alto rendimento anodico. Questi  sono caratterizzati dal loro peso leggero e da una elevata erogazione di corrente continua associata al peso dell’anodo stesso. Sono economici e funzionano efficientemente senza alcuna manutenzione durante il loro periodo di vita. Inoltre, dopo l’installazione sulle parti immerse, questo tipo di protezione catodica non richiede alcuna alimentazione elettrica esterna.

Le applicazioni sono varie e riguardano tutte le strutture in acciaio che costituiscono

1. Navi
2. Moli e palificate
3. Strutture offshore
4. Strutture interrate
5. Serbatoi
6. Centrali elettriche, raffinerie e impianti chimici